martedì 6 luglio 2010

DESERTI



Anche se siamo parecchio a nord e da molti posti qui in torno si vedono le alpi, siamo circondati da deserti.
Se ne trovano ovunque, in ogni paese e anche in città. Piazze desolate i cui ciottoli diventano ardenti già alle 8 del mattino.
Piazze dove pochi coraggiosi, o incoscienti, boccheggiano puntando il viso contro il sole.
I termometri digitali delle farmacie vanno ben più su dei 30 gradi, sfiorano i 40 e li superano anche.

Le strade si svuotano, vengono avvolte da una calura d’altoforno, da un riverbero che rende tutto bianco e magnetico.
A guardare a lungo lo stesso posto sembra di vedere l’aria ribollire.
A Cinisello Balsamo, in una grande piazza resa infernale dalla temperatura eccessiva, i pochi passanti e gli ancor più rari che si siedono, sotto l’inefficace ombra degli alberi, sembrano sparire nell’aria incendiata.
Le loro figure si disfano e si amalgamano col paesaggio, come in un miraggio sahariano.

Verso le 2, se si tende l’orecchio verso le finestre delle case, lasciate aperte per far entrare un po’ di corrente, si può ascoltare il rosario di telegiornali che non fanno altro che parlare della calura, amplificandola, nella mente degli spettatori, fino a livelli africani.
Ogni tanto così si cede, la mente cede, e crede di essere ai tropici , tanta è l’umidità e il calore immoto che circonda ogni cosa.
Qualcuno dice di sentire le rane, qualcun altro che gli sembra di essere a Bangkok o in Vietnam, altri, posseduti da un qualche spirito beduino o tuareg, escono proprio durante il picco di calore e vagano per le strade vuote, con lo sguardo folle dei profeti, inebetiti dal deserto, fino alle allucinazioni.

La gigantesca provincia di Milano, quell’hinterland operoso che sembra non fermarsi mai, si arresta quasi del tutto. In pochi giorni la folla onnipresente assottiglia le proprie file e quelli che rimangono in giro non sono i più forti ma solo i più sfortunati.
Il loro aspetto non è dei migliori. Il caldo corrompe ogni cosa e lascia segni duraturi: la percentuale di occhiaie aumenta vertiginosamente per le notti insonni e aumenta la violenza a causa dei supplizi degli autobus arroventati, dell’abuso di alcohol di sera e delle notti insonni.
Un circolo al quale qualcuno non riesce a sfuggire.
Le facce dei guidatori sono più disfatte del solito, così come il loro umore, nonostante la elioterapia forzata.

Presto questa desertificazione periodica aumenterà.
Torneranno ad essere lingue roventi e abbandonate le strade, le tangenziali, i parcheggi del centro e quelli dei centri commerciali.

E poi toccherà ai bar, ai parrucchieri, ai piccoli supermercati.
Abbasseranno tutti quanti le saracinesche, scapperanno via da questa situazione lasciando a chi rimane l’ossessione di trovare un posto aperto, dove incontrare qualche altro eremita cittadino, prigioniero anche lui, in cerca di un’oasi.
Con il condizionatore a pieno regime.
 
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