sabato 15 maggio 2010

PERIFERIA NORD ORE 7



Ci alziamo ogni mattina con lo stomaco sconvolto, il cuore già un po’ accelerato e ci mettiamo in marcia.
Ore 7:00 periferia nord di Milano.
Una coda di automobili rumoreggia di clacson e motore in direzione della città.
Si va a passo d’uomo come ogni giorno.
Oggi ancora di più.
Piove.

La gente sta dentro la propria auto senza sbraitare più di tanto.
Stiamo composti, pacati, seri e nel frattempo ne vedi alcuni pigiare meccanicamente il clacson vomitando bestemmie ma mantenendo la calma.

La fila arranca lentamente lungo la rampa della tangenziale nord, svincolo Cormano.

Alla radio lo citano ogni mattina.
Un ingorgo quotidiano che sommato equivale a qualche anno di vita.

Ogni tanto fa invidia guardare l’altra carreggiata: quella che esce dalla città e corre verso la Brianza.
Un traffico normale, scorrevole, con tutti che sfrecciano come minimo agli 80 e tra al massimo mezz’ ora saranno al lavoro, fuori da quel caos di lamiere e di bestemmie.

Tanto brutto tutto insieme dovrebbe scoraggiare e invece resistiamo.
Andiamo avanti e non appena siamo arrivati a destinazione, di quel traffico rimane solo un racconto sensazionalistico da fare a un collega, giusto per il gusto di lamentarsi, perché alla fine ci siamo abituati, ne abbiamo viste di peggiori, ce ne sono stati di più grandi di ingorghi.
Se ci deprimesse davvero il traffico, Milano sarebbe morta da un pezzo.

Intanto però si sta fermi e rimane l’invidia.
Risalendo la rampa si vede la Comasina.
File di capannoni di aziende e fabbriche da entrambi i lati della strada, autolavaggi a gettoni, mcDrive e i palazzoni di Bruzzano, di Affori, di Paderno Dugnano, colorati di grigio, marrone, piastrellati come si faceva negli anni 60, traslucidi sotto la pioggia.
Stanno fermi anche lì.
Bambini e slanciate ragazze rom passano tra le file di automobili con in mano foto di altri bambini o pezzi di cartone con scritte in italiano scorretto che descrivono la loro condizione di povertà.

Pensare che anni fa da queste parti ci scorazzava Renato Vallanzasca.
E’ giusto una piccola distrazione, un sollievo passeggero nell’ angustia della coda, .
Lui almeno non avrebbe mai scelto l’ora di punta per prendere l’auto.

Non sulla tangenziale nord per lo meno.

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